Intervista: Lena's Baedream

Nessuna Descrizione Ciao a tutti i lettori di metalwave.it, ecco a voi quattro chiacchiere insieme ai nostri amici Lena's Baedream, in occasione della loro ultima fatica discografica, Memo - love chronicles.

 

Ciao ragazzi e benvenuti su Metalwawe. Allora giusto due chiacchiere per iniziare: com’è nato il progetto Lena’s Baedream?

Ciao! Il progetto Lena’s Baedream inizia da un’idea di Nicola nel 2003, dopo varie fasi di assestamento siamo arrivati ad una line-up (innesto in più innesto in meno) definitiva nel 2007. Abbiamo pubblicato un Ep, “Self Attack And All The Following Facts” nel 2008 con la Self, a cui sono seguite una sessantina di concerti in tutta Italia. Nel 2010 invece è uscito questo full-lenght “Memo-Love Chronicles” per Zetafactory/Venus ed anche per questo cd abbiamo fatto una trentina di date, seguendo una parte di tour dei Linea77 e l’apparizione all’Heineken Jammin Festival 2010.

Quali sono le band che hanno influenzato maggiormente il vostro sound e la vostra musica?

Tantissime, pure troppe! Tuttavia scremando: Soundgarden, Deftones, A Perfect Circle, Queens Of The Stone Age e Muse proprio per sommi capi e notorietà.

Come avviene il processo compositivo della vostre canzoni? E’ un lavoro di gruppo dove partecipano tutti i componenti della band?

I sistemi di composizione sono i più disparati. E’ capitato di partire con una canzone già pronta e definita e di lavorare solo sull’arrangiamento. Oppure jam session oppure, ancora, in qualche caso siamo partiti dal testo e poi mano a mano abbiamo strutturato il pezzo. Tendenzialmente, pur avendo le idee molto chiare sia l’apporto, che i consigli e le critiche sugli arrangiamenti sono fatti da tutti.

Parliamo del vostro ultimo lavoro “Memo-Love Chronicles”. Come sta andando? Quali sono i riscontri?

“Memo” è uscito questo Aprile e procede bene soprattutto via Itunes e all’estero, per noi “Indie” è un buon risultato. Si difende anche nei negozi, ma la soddisfazione maggiore arriva dai “live”.

Il vostro ultimo disco è un concept sull’amore. E’ un tema molto inflazionato e di difficile trattazione a mio avviso, perché si rischia sempre di essere banali e scontati. Come vi siete approcciati alla cosa?

Hai ragione o meglio precisiamo: non siamo entrati in studio dicendo “ora parliamo dell’amore e scriviamo sole, cuore ecc”. Nella stesura dei testi ci siamo resi conto che tutte le tracce avevano come filo conduttore la “natura malata delle relazioni umane” . Il senso di abbandono, il senso di perdita, la morbosità non solo in amore ma anche nell’amicizia o l’inadeguatezza in certe spaccati mondani. Sfatiamo il “grave peso” del concept anni 70: avevamo undici brani già legati tra loro e abbiamo solo creato il filo conduttore o meglio la cornice per queste fotografie.

E’ stato difficile lavorare in maniera organica su undici testi?

No, tutto molto naturale come già ti dicevamo, il tema generale è stata una conseguenza dei testi.

Quanto è importante per la vostra musica il live e quali sono le difficoltà che avete incontrato per organizzare eventi seri in Italia??

Attualmente è l’80% di tutto quello che facciamo. Con la saturazione del mercato discografico, il live è il mezzo più diretto per arrivare alle persone, soprattutto se non sei nel mainstream televisivo o radiofonico. Certo Rock TV, Heineken Jammin Festival, web-zine come la vostra o web radio o radio indipendenti sono una boccata d’aria fresca per noi. I problemi sono comuni per tutte le band che fanno musica propria, pochi spazi, poche possibilità, gavetta eterna e pochi soldi. Si lotta per ritagliarsi spazio e guadagnare credibilità ogni giorno. Passione è banale, diciamo che è una lucida follia.

Raccontateci della vostra esperienza all’Heineken Jammin’ Festival di quest’anno. Come è stato suonare in una situazione cosi professionale e di alto livello? Il pubblico come vi è sembrato?

Da lacrime agli occhi, è la classica situazione in cui dici: “Ecco, dovrebbe essere sempre così”. Il pubblico è stato meraviglioso, così come l’organizzazione. Con una conclusione molto “Black Hole Sun” sul nostro ultimo pezzo con la pioggia che iniziava a scendere e la gente sempre più numerosa e calorosa. Perfetto.

Una domanda dell’underground italiano. Come la vedete? Qual è la vostra opinione?

Il nostro underground non ha nulla da invidiare a livello tecnico qualitativo con quello estero, dobbiamo crescere, è vero, ma ci sono parecchie band molto interessanti. Il problema rimangono i mezzi e le situazioni. Qualsiasi locale, anche piccolo, in California ha un fonico, un impianto e spesso anche batteria ed amplificatori. Potremmo dire la stessa cosa in Italia? Secondo noi sono particolari che fanno la differenza.

Quali sono le vostre prossime mosse per il futuro a breve e a lungo termine?

Stiamo ultimando il video di “Missing”, la nostra reinterpretazione del brano degli Everything But The Girl e, appunto, grazie alla collaborazione vitale con Zetafactory e Laltoparlante, “Missing” sarà il singolo di prossima uscita nelle radio. Naturalmente continueremo a promuovere live “Memo” almeno fino a Settembre 2011 e questo Gennaio saremo in California Al Namm di Los Angeles per presentare singolo, video e album e fare qualche intervista o showcase.

Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per il futuro! Vi lasciamo la parola per i saluti o qualunque altra comunicazione vogliate fare al pubblico di Metalwave!

Grazie Metalwave: il tempo e lo spazio che ci avete concesso è un regalo per noi. Potete trovarci su Myspace all’indirizzo http://www.myspace.com/lenaband, oppure su Facebook all’indirizzo http://www.facebook.com/lenasbaedream. Un abbraccio dai Lena!

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Intervista di Tripp Articolo letto 1338 volte.

 


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